
La tecnologia per il marketing
Con l’annuncio di Larry Ellison del 22 maggio, Oracle ha presentato al mondo la propria nuova strategia cloud. A prima vista potrebbe sembrare la solita dimostrazione tecnologica riservata ai dipartimenti IT delle grandi aziende, ancor più trattandosi di Oracle, ma approfondendo l’argomento si scopre una visione molto interessante di come stanno cambiando le dinamiche all’interno delle imprese in rapporto alla tecnologia.
Il servizio di Oracle consiste in un complesso di infrastruttura, piattaforma e software che operano insieme, a moduli, per poter sviluppare progetti digitali con una forte riduzione di costi e tempi. Normalmente, per poter dar vita a un nuovo progetto importante all’interno di un’azienda, è necessario ottenere innanzitutto il budget necessario, passare dal responsabile per gli acquisti e quindi affidare la sua realizzazione al reparto IT, spesso oberato e con altre priorità, il che si traduce in inevitabili slittamenti a cui fanno seguito grandi corse per cercare di rispettare le deadline. Con Oracle Cloud, invece, è possibile partire in tempi molto brevi con una versione beta del prodotto digitale, senza coinvolgere direttamente il reparto IT e con un costo ridotto, che può rientrare nelle spese del dipartimento interessato senza bisogno dell’approvazione da parte del CdA. I server utilizzati sono virtuali, su cloud, e possono essere modificati dinamicamente mano a mano che il progetto cresce di dimensioni, mentre la parte di sviluppo viene realizzata grazie a blocchi predefiniti, integrabili e configurabili senza bisogno di codice, con un semplice sistema “punta e clicca”. Nel momento in cui la versione beta raggiunge la maturità, è facile anche la sua migrazione, per trasformarlo in un prodotto classico gestito a questo punto dall’IT dell’azienda.
Al di là delle considerazioni tecniche in merito a Oracle Cloud, il concetto più interessante è che la tecnologia sta diventando sempre di più – anche a livello aziendale – un qualcosa di trasversale e onnipresente, non più uno strumento specifico limitato agli esperti. Oggi, nelle grandi società, i vari dipartimenti hanno la capacità e il desiderio di gestire autonomamente alcuni aspetti di sviluppo che un tempo erano prerogativa del reparto IT, in modo da poter reagire al mercato con la dovuta rapidità. Nel mondo digitale, infatti, l’andamento del business segue la curva che viene chiamata Shark fin (pinna di squalo), per la rapidità con cui cresce e poi si abbassa: in pratica, bisogna essere capaci di sfruttare immediatamente i nuovi trend, poiché in caso contrario si rischia di arrivare a giochi ormai fatti. Prende così forma la figura del Chief Digital Officier, già diffusa nei Paesi anglosassoni, a metà tra l’IT e il marketing, incaricato di seguire e attuare tutti qui progetti che non possono rispettare le tempistiche classiche di un’azienda.
La visione di Oracle nasce senz’altro dal mercato anglosassone, più avanzato rispetto al nostro in questa evoluzione, ma rispecchia una tendenza che molto presto diventerà reale anche per noi: una rivisitazione dei ruoli aziendali, in cui la competenza tecnologica non è più una prerogativa del dipartimento IT, ma diventa un presupposto trasversale.