Musica in streaming? YouTube!
Prendi una decina di ragazzi dai 13 anni in sù, diciamo fino ai 18. Chiedi loro qual è l’App che usano di più sullo smartphone: scommettiamo che un buon numero, almeno la metà e forse più, risponderà iTube?
No, non è un errore: si tratta proprio di iTube e non del più popolare YouTube, l’immenso archivio di video che non ha bisogno di presentazioni. Cercando iTube nello store delle App di Apple o in quello di Google si rimane, però, ancora confusi: esistono decine se non centinaia di App con questo nome, tutte più o meno uguali e tutte che promettono una cosa sola: far “scaricare” musica da YouTube, per poterla ascoltare anche offline e anche mentre l’App è in background o lo smartphone ha lo schermo spento, insomma come qualsiasi player audio che si rispetti. Se si leggono le varie recensioni pubblicate sugli store, si scopre che la maggior parte di queste App non mantiene le promesse, è piena di banner, spesso si blocca, non mostra i risultati di ricerca sperati e quant’altro. Eppure qualche versione di iTube funzionante a dovere c’è. O almeno c’è per qualche tempo, fino a quando i legali di YouTube intervengono e impongono ad Apple e Google di far sparire quell’App. La stessa App rinasce poi con qualche piccola variazione nel nome o nella grafica e il tutto si ripete.
Perché esiste il fenomeno iTube? Perché, se a qualcuno non fosse noto o poco chiaro, “scaricare” contenuti da YouTube in locale non è un’operazione lecita, per una serie di motivi che vanno dalla protezione del diritto d’autore alle clausole che ogni utente deve accettare quando accede a YouTube. Perché, ancora, le App ufficiali di YouTube non funzionano quando vengono messe in background, poiché in questo modo verrebbe a mancare la visualizzazione degli annunci pubblicitari con i quali YouTube campa. Eppure le modalità di riproduzione offline e in background sono funzioni quasi indispensabili quando si parla di musica, quindi iTube è gettonatissima da chi cerca musica “gratis”, facilmente ascoltabile in streaming per esempio quando si è sotto WiFi e facilmente riascoltabile offline, per non prosciugare il piano dati del proprio smartphone.
Tutto questo è ben noto a YouTube, o meglio a Google che nel lontano 2006 ha acquisito il servizio. Lo sa e non se ne sta con le mani in mano: esiste infatti YouTube MusicKey, attualmente in versione beta e accessibile solo su invito, presentato forse con poco clamore a novembre 2014. Il nuovo servizio a pagamento non a caso è basato su tre punti chiave: musica senza annunci, ascolto in background e riproduzione offline. Il tentativo è ovviamente di fare concorrenza ai vari Spotify e Deezer tanto in voga negli ultimi anni. Ma, viene spontaneo da aggiungere pensando appunto al fenomeno iTube, è forse anche una mossa strategica per cercare di accaparrarsi il presente e soprattutto futuro favore di tutti quei giovani che ascoltano musica in streaming e che per il momento lo fanno gratis. YouTube, Google, ci riuscirà? La scommessa è interessante…

Si chiama MusicKey il servizio di distribuzione musicale di YouTube che, scommettiamo, inciderà pesantemente sul settore.